Aggiornamento 2019: Le Nove Scodelle è stato segnalato dalla guida Michelin tra gli osservati speciali per rapporto qualità-prezzo.
Ecco com’è andata la visita che abbiamo fatto a Le Nove Scodelle all’apertura, un anno e due mesi fa.
Le nove scodelle 九碗 | Jiǔ wǎn è uno dei ristoranti cinesi che contano a Milano. Non solo perché nasce dalla premiata ditta Agie + Walter Sirtori – il patron della storica macelleria milanese in Paolo Sarpi – che già ha avviato la blasonata Ravioleria Sarpi, ma anche perché è un progetto imprenditoriale di altissima qualità: per estetica, selezione delle materie prime, impegno, per vocazione.
Una sera improvviso una visita da Le Nove Scodelle e ci trovo ben 9 buoni motivi per ritornare prestissimo:
1 | E’ un posto elegante, con arredo minimal molto carino (si dice che i tavoli e le sedie in legno siano fatti a mano). Ricercato, e la clientela lo sa. Ma con porzioni abbondanti e prezzi equi.
2| Si spilla birra artigianale, veramente buona.
3|Gli ingredienti: niente glutammato di sodio, riso delle Cascine Orsine, farina bio cuneese, pollo viterbese allevato a terra, manzo del suddetto Sirtori. Cosa volere di più?
4|Come racconta il Gambero Rosso, fanno le verdure fermentate in casa. Si narra di una cantina sotterranea con otri per la fermentazione degli asian pickles, 酸菜 | Suāncài | di cui sono una fan assurda. Per motivi logistici non sono riuscita a visitare di persona il locus amoenus, ma tornerò alla carica.
5| Se siete amanti del piccante vi troverete perfettamente a vostro agio, la sensazione nella mia bocca al termine di una scodella di carpa (con riso bianco) era paragonabile ad una generosa manciata di jalapenos crudi in corso di masticazione. E l’ho adorato.
Se invece preferite andarci cauti con il 麻辣 | Málà | sapore piccante, ci sono valide alternative come gli spaghetti freschi tirati a mano (non piccanti), la pancetta (poco piccante) oppure chiedere alla cucina uno sconto di pena 🙂
6| Il cibo è vero cinese, del Sichuan, dove il proprietario ha fatto ricerca sulle ricette tradizionali ed i metodi di conservazione non industriali, mentre il servizio italianissimo.
Così, il tavolo di fronte a me ha potuto chiedere serenamente le posate e fare un milione di domande, mentre io pizzicavo con le bacchette le mie pietanze, entusiasta: il filetto di carpa con verdure e peperoncino in salamoia, in brodo aromatizzato con erba cipollina e tanto altro – che non mi chiedo cosa sia ma mi gusto di gusto – è un 水煮鱼 | Shuǐ zhǔ yú davvero eccezionale.
I peperoncini verdi immersi nel brodo 泡椒 | Pào jiāo ben salati e piccantini mi fanno un effetto da sballo e con il riso riprendo fiato mentre un po’ sudo e soffio il naso e la mia temperatura corporea di ristabilisce.
7| Francesco Wu di Ramenamano ha fatto scuola: nei ristoranti cinesi di ultima generazione, per il dolce si propone una joint venture. Gelato artigianale dell’Albero dei gelati di Monza, che oltre a fare gelato buonissimo appoggio incondizionatamente perché sta nella mia città natale (siamo tutti un po’ campanilisti). Cioccolato e te nero, limone e pepe del Sichuan, un classico tiramisù. Niente di più azzeccato per rinfrescare le papille.
8| Si trova all’imbocco di Viale Monza, a due passi dall’uscita dalla metro Loreto: ci voleva davvero un locale così in zona, fa bene al nostro tempo libero, fa bene alla città.
9| Come si legge in tutti i food blog della rete è una nuova apertura: incoraggiamo l’imprenditoria giovane ed i ragazzi in sala, che sono bravissimi, real pro!