Si chiama 火锅 Huǒguō (in inglese Hot Pot) e significa pentola di fuoco. Arriva dalla Cina ed è esattamente così: una piastra elettrica sopra la quale bolle e ribolle brodo da aromatizzare a piacere.
Per provare un’esperienza gastronomica autenticamente cinese, non c’è nulla di meglio di un’hot pot. Tradotta anche con fonduta cinese o fonduta mongola, si narra che questa tecnica di cottura del cibo risalga proprio ai tempi di battaglie e dominazioni: ai tempi della dinastia Jin, i mongoli che cavalcavano attraverso la steppa usavano i loro elmi come recipienti per cuocere il brodo, in cui intingere pezzi di carne.
Dalla dinastia Song in poi, la tradizione si è spostata verso il sud del Regno di Mezzo. Oggi, diverse regioni della Cina vantano l’hot pot tra le specialità locali e la adattano ai gusti regionali.
Via Paolo Sarpi 8, 小尾羊 火锅 , per gli amici Little Lamb, in onore della carne di agnello – uno degli ingredienti più gustosi della fonduta cinese – è il posto giusto in cui provare il piatto principe della proverbiale convivialità cinese.
Locale meravigliosamente autentico, con tavoloni in legno, lampade basse e in centro ad ogni tavolo la postazione huo guo.
Come funziona:
1 | Scegli il tipo di brodo
Piccante, speziato gentile, con il curry. Ancora: extra piccante, alle verdure, a base di pesce. Si può anche optare per il bigusto, viene portata un’apposita pentola divisa a metà, molto scenica.
Il brodo inizia a scaldarsi, poi sobbollirà gradevolmente e quando dal vapore si passerà ad abbassare il calore verrà fatto un piccolo refill. I puristi scelgono un brodo per ogni tipo di ingrediente, cioè non si cuoce il pesce nello stesso brodo della carne o delle verdure. Però è solo un fatto di gusti.
2| Scegli le pietanze
Qui viene il bello. Il tavolo ordina le cose che desidera cuocere con il metodo fondue. La scelta è vasta. Come sempre secondo la cultura gastonomica cinese, si va per sezioni.
Carne: fresca di agnello, pecora, vitello, manzo. E’ tagliata sottilissima, sembra quasi un affettato o un carpaccio, freschissima e saporita, deliziosa!
Pesci: seppioline, polpo, calamaro, branzino, polpette.
Tofu (no, non ce n’è un tipo solo): fresco, che è il classico bianco tenero da utilizzare per raffreddare le papille dopo il brodo piccante, fritto, surgelato, yuba.
Funghi: enoki, shitake, grigi, bianchi, champignon, misti. Tutti freschi e porzioni generose.
Verdure: variano in base alla stagione, comunque ci sono diversi tipi di cavolo, tuberi, daikon, loto, tuberi di diverso tipo.
Pasta: spaghetti tipo soba, miantiao di vario genere.
Sezione BBQ: spiedini di carne o tofu, piccanti o grigliati, già cotti e pronti per essere mangiati mentre cuociono nel brodo gli ingredienti crudi.
3 | Scegli le salse
Con solo un euro extra ci si può servire dal buffet di salse. Le salse cinesi sono una specialità che è da provare assolutamente, specie se avete esperienza solo di salse industriali.
La salsa per hot pot è come l’arte profumiera: bisogna miscelare sapientemente i propri sapori preferiti.
Ad esempio, salsa hoisin, un filo di soia, coriandolo e cipollotto, aglio come se non ci fosse un domani. La salsa al sesamo è un must assoluto della fonduta cinese.
4 | Let’s share!
Quando arrivano gli alimenti in tavola, il procedimento è semplice, si prendono con le bacchette alcuni bocconi, si intingono nel brodo e – a cottura ultimata – si gustano.
Passarli nella salsa vi aiuterà a raffreddarli un attimo, appena fuori dal brodo sono bocconi davvero hot. Ci sono due scuole di pensiero riguardo la metodologia per cuocere tutto il ben di dio che avete ordinato:
a) versare un po’ alla volta e poi tirar su tutto con il ramaiolo
b) cuocere i bocconi one by one, ognuno il suo.
Consiglio: la carne, che in un secondo è pronta, tenetela con le bacchette. Alimenti a cottura più lunga possono essere lasciati in ammollo.
E’ un’esperienza divertentissima, gustosa, autentica. E un buon esercizio di socializzazione, come dicono gli americani: you don’t ‘hot pot’ with people you don’t like!